La storia del Rifugio
Oggi il Rifugio SEV per tanti soci è diventato una seconda casa e per tanti escursionisti un punto sicuro di ristoro.
L’idea di avere un punto di ristoro in quella magnifica zona di Pianezzo è nata da un commilitone della montagna, “Vincenzo Masoch”. Con il tempo e la costanza riuscì ad imprimere quest’idea non solo agli appassionati vicini, ma anche a chi di Pianezzo non conosceva quasi l’esistenza.
In una delle riunioni nei locali della sede della S.E.V. a Valmadrera partecipò il Geom. Vincenzo Spoto il quale capì che bisognava dare fiducia all’entusiasmo di quel gruppo di giovani e anziani che già mostravano un ardente desiderio di voler fare qualcosa di concreto; e si pronunciò dando loro alcuni consigli e prendendosi a cuore la costruzione del rifugio.
In breve tempo si costituì la Cooperativa S.E.V. e vennero presentati il progetto e il relativo disegno. A quei tempi tutto sembrava irrealizzabile ma il coraggio e la forza permise l’inizio dei lavori. Era la prima domenica del lontano maggio 1960 quando un bel gruppo di giovani con piccone e badile si presentò a Pianezzo: iniziarono così i lavori per costruire questo famoso ed onorato punto di ristoro per i Valmadreresi che salivano dalla valle.
Con l’impegno degli appassionati della montagna e l’aiuto materiale di alcune industrie si riuscì ad impiantare un cantiere: due gruppi di generatori, una teleferica di circa 300 metri (che serviva per portare i sassi che poi venivano frantumati producendo la sabbia), un montacarichi e un acquedotto per portare l’acqua al cantiere dalla sorgente del Ceppo della Bella Donna.
Alcuni cittadini di Valmadrera fornirono il cemento e così si poterono gettare le fondamenta, i muri di elevazione del cantinato e la relativa soletta del primo piano.Il sopraggiungere della stagione invernale fermò temporaneamente i lavori ed iniziarono anche ad arrivare i primi conti da pagare. Per sostenere i costi si misero in vendita delle azioni per la costruzione del rifugio che vennero più volte ristampate in quanto furono acquistate non solo dai soci ma anche da diverse industrie locali e persino dal sindaco di allora.
Il parroco di Valbrona mise a disposizione un porticato nei pressi della chiesa per il deposito dei materiali. Da qui nove umili e servizievoli muli iniziarono la loro fatica portando lassù quintali di materiale. Questa collaborazione con il parroco di Valbrona iniziò nel 1961 e continuò fino alla fine dell’opera.
Con l’arrivo della primavera del 1961 si ricominciò a salire nei fine settimana e nei mesi di luglio e agosto tutti i giorni, così che si riuscì a realizzare il primo piano rialzato, il primo piano e metà della soletta del secondo piano. Negli spostamenti e nelle decisioni per gli acquisti dei materiali era sempre presente il Geom. Vincenzo Spoto, che ha sempre collaborato in tutti i momenti più importanti di questa lunga e impegnativa impresa.
Nella primavera/estate 1962 si completò la soletta di copertura e la costruzione del tetto, si misero i serramenti esterni, i tavolati interni, si fecero le facciate e si colorano le pareti esterne. Alla fine della stagione, dalla valle si poteva già vedere questa magnifica costruzione: un sogno a lungo atteso e che finalmente si era avverato!
Nella primavera/estate 1963 ripresero i lavori per la sistemazione dei locali interni, la divisione delle camere, dei servizi, della cucina, della sala da pranzo e del bar. Nella primavera/estate 1964 si fecero gli ultimi lavori di sistemazione e si arrivò alla fatidica e tanto attesa data di inaugurazione del rifugio.
Domenica 13 settembre 1964 la gente si riversò su quella piana dei Corni di Canzo per vedere che, grazie all’impegno di tanti volontari che per cinque anni avevano lavorato nei fine settimana e nei mesi estivi, in una zona in cui non esisteva niente adesso sorgeva il RIFUGIO S.E.V. che oggi per tanti soci è diventato una seconda casa e per tanti escursionisti un punto sicuro di ristoro.
Negli ultimi anni la struttura è stata oggetto di un’importante intervento di ristrutturazione grazie anche al contributo di Regione Lombardia attraverso un’apposito bando dedicato ai rifugi alpinistici ed escursionisti censiti su tutto il territorio montano lombardo; in particolare sono state rimesse a nuovo le facciate con la sostituzione dell’intonaco ed il terrazzo panoramico completamente ricostruito, è stato creato un nuovo impianto di smaltimento delle acque reflue, è stato aperto a livello del piazzale esterno il locale di fortuna, la cucina è stata completamente sostituita con nuovi elementi in acciaio, è stata montata la scala di emergenza sull’esterno e all’interno sono attualmente in corso interventi per l’adeguamento antincendio.